Dott. Vincenzo Antonio Marcelli
Chirurgia maxillo facciale
Valutazioni
- Malattia/affezione trattata: Linfoadenopatia
- A che età hai ricevuto il trattamento: 25
Ho conosciuto il "dottor" Marcelli all'età di 25 anni, nell'agosto 2016, mentre mi trovavo presso il Pronto Soccorso dell'Ospedale San Camillo Forlanini di Roma a causa di una linfoadenopatia latero cervicale accompagnata da febbre alta. La dottoressa di turno quella notte al P.S. ( poiché venni visitata solo dopo diverse ore di attesa protrattasi a partire dal tardo pomeriggio) preoccupata alla mia vista mi dice subito di aspettare perché è necessario farmi visitare dal chirurgo maxillo facciale.
Si presenta pimpante di lì a poco il chirurgo dott. Marcelli, il quale mi visita velocemente. Durante la visita mi fa un paio di domande tra cui cosa facessi nella vita e che lavoro svolgessero i miei genitori ( ero una studentessa fuori sede, tanto ingenua peraltro, e la mia è una umile famiglia) Mi dice allora che c'è bisogno di un'operazione chirurgica, per asportare la parte sottomandibolare ma che non dovevo preoccuparmi perché poi avrebbe sistemato tutto lui, sul piano estetico. A questo punto, sebbene non richiesto, scrive il suo numero di cellulare su un pezzetto di carta e me lo consegna dicendomi che ci avrebbe pensato lui e che nel frattempo potevo chiamarlo in caso di bisogno. Prima di congedarci mi prescrive un mix di farmaci e mi invita ad assumerli fino a quando non ci sarebbe stata disponibilità per effettuare l'intervento chirurgico.
Così, vengo dimessa dalla dottoressa in accordo con il chirurgo Marcelli e torno a casa fiduciosa ed anche grata per la disponibilità che quest'ultimo mi aveva dimostrato.
Inizio la terapia dallo stesso prescritta ma la situazione non migliora, anzi inizia a peggiorare. Passa qualche giorno ed il dott Marcelli mi contatta dicendomi che aveva fissato un appuntamento con il dott. Pistilli ed un altro di cui non ricordo il nome, i quali si sarebbero occupati dell'intervento.
Mi reco all'appuntamento che si sarebbe svolto nella "stanza dei televisori" così la chiamava il dott Marcelli . Arrivo in ospedale e lui mi aspetta all'ingresso principale di un reparto di cui ora non mi ricordo, dopodiché ci rechiamo insieme presso la stanza dei televisori. Arrivati la stanza è buia, con le serrande abbassate, qualche scrivania e qualche televisore, sembra più un ripostiglio. Ad aspettarci nella penombra vi è il dott Pistilli ed un altro dottore di cui non ricordo il nome. Si presentano gentili , il dott Marcelli mi presenta e mi rassicurano sul da farsi. Mi dicono che hanno già inoltrato la richiesta e rimaniamo in attesa di conoscere la data dell'intervento.
Durante la notte del giorno seguente la febbre sale sopra i 40° , niente che riuscisse ad attenuarla, i dolori alla testa, al viso, al collo, allo stomaco, si fanno sempre più forti,io sfinita torno in ospedale d'urgenza. Lì la stessa dottoressa che mi aveva visitato al P.S. qualche giorno prima, mi riconosce e dopo avermi chiesto scusa mi ricovera d'urgenza.
Sono rimasta quasi una settimana ricoverata al Pronto Soccorso perché non c'erano posti. Poi il trasferimento al reparto di Otorino laringoiatria su cui ci sarebbe da scrivere un altro paio di pagine nere.
Dalla data del ricovero il dott Marcelli è scomparso senza lasciar traccia. Mai più visto o sentito. Però ci ripenso ogni tanto, adesso che ho qualche anno in più ed anche un po' di ingenuità in meno.
Nessuna operazione chirurgica, nessuna asportazione era necessaria.
Nessun intervento in ogni caso si sarebbe potuto eseguire su una zona così gravemente infiammata ( ricordo che avevo la parte sinistra del collo e del volto almeno il doppio di quella destra).
Medici o soggetti pericolosi?
Si presenta pimpante di lì a poco il chirurgo dott. Marcelli, il quale mi visita velocemente. Durante la visita mi fa un paio di domande tra cui cosa facessi nella vita e che lavoro svolgessero i miei genitori ( ero una studentessa fuori sede, tanto ingenua peraltro, e la mia è una umile famiglia) Mi dice allora che c'è bisogno di un'operazione chirurgica, per asportare la parte sottomandibolare ma che non dovevo preoccuparmi perché poi avrebbe sistemato tutto lui, sul piano estetico. A questo punto, sebbene non richiesto, scrive il suo numero di cellulare su un pezzetto di carta e me lo consegna dicendomi che ci avrebbe pensato lui e che nel frattempo potevo chiamarlo in caso di bisogno. Prima di congedarci mi prescrive un mix di farmaci e mi invita ad assumerli fino a quando non ci sarebbe stata disponibilità per effettuare l'intervento chirurgico.
Così, vengo dimessa dalla dottoressa in accordo con il chirurgo Marcelli e torno a casa fiduciosa ed anche grata per la disponibilità che quest'ultimo mi aveva dimostrato.
Inizio la terapia dallo stesso prescritta ma la situazione non migliora, anzi inizia a peggiorare. Passa qualche giorno ed il dott Marcelli mi contatta dicendomi che aveva fissato un appuntamento con il dott. Pistilli ed un altro di cui non ricordo il nome, i quali si sarebbero occupati dell'intervento.
Mi reco all'appuntamento che si sarebbe svolto nella "stanza dei televisori" così la chiamava il dott Marcelli . Arrivo in ospedale e lui mi aspetta all'ingresso principale di un reparto di cui ora non mi ricordo, dopodiché ci rechiamo insieme presso la stanza dei televisori. Arrivati la stanza è buia, con le serrande abbassate, qualche scrivania e qualche televisore, sembra più un ripostiglio. Ad aspettarci nella penombra vi è il dott Pistilli ed un altro dottore di cui non ricordo il nome. Si presentano gentili , il dott Marcelli mi presenta e mi rassicurano sul da farsi. Mi dicono che hanno già inoltrato la richiesta e rimaniamo in attesa di conoscere la data dell'intervento.
Durante la notte del giorno seguente la febbre sale sopra i 40° , niente che riuscisse ad attenuarla, i dolori alla testa, al viso, al collo, allo stomaco, si fanno sempre più forti,io sfinita torno in ospedale d'urgenza. Lì la stessa dottoressa che mi aveva visitato al P.S. qualche giorno prima, mi riconosce e dopo avermi chiesto scusa mi ricovera d'urgenza.
Sono rimasta quasi una settimana ricoverata al Pronto Soccorso perché non c'erano posti. Poi il trasferimento al reparto di Otorino laringoiatria su cui ci sarebbe da scrivere un altro paio di pagine nere.
Dalla data del ricovero il dott Marcelli è scomparso senza lasciar traccia. Mai più visto o sentito. Però ci ripenso ogni tanto, adesso che ho qualche anno in più ed anche un po' di ingenuità in meno.
Nessuna operazione chirurgica, nessuna asportazione era necessaria.
Nessun intervento in ogni caso si sarebbe potuto eseguire su una zona così gravemente infiammata ( ricordo che avevo la parte sinistra del collo e del volto almeno il doppio di quella destra).
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